Gli impianti anaerobici di trattamento della FORSU in Project Financing

Lo smaltimento dell’organico da rifiuti solidi urbani

La raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani in Italia è in costante crescita. I Comuni spingono incessantemente sul miglioramento dei risultati, con l’obiettivo di superare il valore soglia del 65% fissato dalla Comunità Europea e dalle normative nazionali. Alla fine del 2019, dei 30 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani prodotti il 61,3% era raccolto in maniera differenziata. Si può dunque ipotizzare che l’obiettivo del 65% è ormai alla nostra portata, in largo anticipo rispetto alla data del 2035 fissata dall’Europa.

Del totale dei rifiuti urbani prodotti dai cittadini, la frazione organica (FORSU) rappresenta quasi il 40%. Risolvere il problema dello smaltimento dell’organico significa dunque risolvere la parte più consistente dei rifiuti in generale.

In Italia nel 2019 si è registrata una raccolta media pro-capite di 117,3 kg/anno di frazione organica, con valori maggiori nel Nord (132,9 kg/anno) rispetto al Sud (95,1 kg/anno), per un totale aggregato di circa 7,3 milioni di tonnellate annue. Con l’incremento delle raccolte differenziate a seguito della crescente attenzione dei cittadini, nei prossimi anni il dato non può che aumentare, stante la composizione merceologica dei rifiuti. L’obiettivo di raccolta per i prossimi anni, si attesta a 150 kg/anno pro-capite.

A fronte di questo panorama incoraggiante, che consiglierebbe un grande supporto dello Stato allo sforzo giornaliero degli Enti Locali, quando si tratta di smaltire l’organico i Comuni si scontrano con problemi pratici non indifferenti, tali da mettere in crisi il sistema e, sempre più spesso, i bilanci degli stessi Comuni.

Mentre per le altre frazioni merceologiche (carta, plastica, metalli, vetro, tessili, ecc.) l’economia circolare può essere realizzata attraverso i canali e le filiere già esistenti (carta alle cartiere, plastica all’industria della rigenerazione, metalli alle fonderie, vetro alle vetrerie, ecc.), nel caso della frazione organica la sostanziale carenza di un sistema impiantistico dedicato agli Enti Locali impone che l’organico sia smaltito con grande difficoltà ed a prezzi spesso insostenibili per le piccole realtà comunali.

Le conseguenze sono disastrose: l’impossibilità di far fronte alle crisi del sistema ed ai costi elevati che queste comportano favoriscono l’utilizzo improprio delle discariche, l’esportazione di rifiuti presso altre regioni ed addirittura presso paesi esteri, i disservizi al decoro cittadino. Eppure esistono tecnologie consolidate, incentivi messi a disposizione dallo Stato, disponibilità finanziarie, come dimostrano gli esempi virtuosi pure esistenti nel nostro paese. Ma allora perché in Italia ancora non si riesce ad ovviare alle quotidiane situazioni di emergenza nello smaltimento dei rifiuti?

Il trattamento aerobico ed anaerobico dei rifiuti organici da FORSU

Il trattamento dell’organico può essere fatto in due modi:

  1. Digestione aerobica, con produzione di compost, che può avvenire sia in impianti privati in larga scala (dalle 50.000 tonnellate in su), sia a livello comunale con metodologie di tipo locale, di comunità od in auto-compostaggio, usufruendo dei relativi finanziamenti che alcune Regioni hanno messo a disposizione.
  2.  Digestione anaerobica, con produzione di biogas che può essere utilizzato, previa raffinazione (upgrading) e trasformazione in biometano, tramite immissione in rete o come combustibile per autotrazione. Alternativamente, il gas può essere utilizzato per la produzione di energia elettrica mediante immissione in turbina. Dal trattamento aerobico si recupera inoltre il digestato, da cui, con processo aerobico, si ottiene il compost.

A livello comunale, il trattamento aerobico è utile per essere a “km zero”, ma generalmente limitato per le modeste quantità lavorabili. Le macchine di compostaggio, avendo il pregio di essere localizzabili con facilità presso mense scolastiche, mercati rionali od in prossimità di zone abitate, hanno di contro una capacità di trattamento che difficilmente supera le 900 tonnellate/anno, insufficiente per un Comune già di qualche migliaio di abitanti.

Il trattamento anaerobico è certamente più idoneo per molti motivi, a partire dalla maggiore capacità degli impianti (da 20-25.000 tonnellate/anno in su), dalla limitatissima quantità di emissioni in atmosfera (qualora progettato e costruito con gli accorgimenti tecnici idonei), dalla elevata efficienza produttiva ed economica (smaltimento organico con contemporaneo recupero di gas, energia elettrica e compost). Per la maggiore tecnologia impiegata e per il maggior recupero di frazioni riciclabili utili, il trattamento anaerobico si configura certamente come una evoluzione di quello aerobico su larga scala.

Ma come favorire la realizzazione di impianti che siano realmente in prossimità ed al servizio dei Comuni? Questa ci sembra oggi la vera sfida.

Il Project Financing per gli impianti di digestione anaerobica

Lo strumento del Project Financing ci sembra essere la risposta più efficace.

In un contratto di Project Financing (Partenariato o Concessione) un soggetto privato progetta, investe finanziariamente, costruisce e gestisce per un certo numero di anni, in modo da garantire al Comune la sicurezza di assorbire le quantità di rifiuto prodotte dal Comune ad una tariffa di conferimento predeterminata, certa e stabile nel tempo.

Il Comune, da parte sua, può consorziarsi con altri Comuni limitrofi in modo da garantire la quantità di rifiuti minima necessaria per rendere l’investimento remunerativo. Tanto maggiore sarà la quantità, tanto minore sarà la tariffa di conferimento, a tutto vantaggio degli Enti concedenti.

Il grafico che segue, basato su stime PMF di massima, mette in relazione la quantità di rifiuto organico da FORSU trattato all’impianto, con la tariffa di conferimento minima per garantire l’equilibrio economico – finanziario dell’investimento (tariffa di break – even), nell’ipotesi di un costo di investimento medio di settore, di una durata della concessione pari a 25 anni ed in assenza di incentivi pubblici.

Come si vede, per un impianto da 20.000 tonnellate/anno la tariffa di equilibrio è di 138 Euro/tonnellata, mentre per 30.000 tonnellate/anno la tariffa scende già a 111 Euro/tonnellata. La presenza di incentivi pubblici riduce ulteriormente la tariffa di equilibrio, a tutto vantaggio dei Comuni conferenti.

L’area su cui sorge l’impianto sarà concessa dal Comune (o dal Consorzio dei Comuni) come parte dell’accordo di concessione. La vicinanza dell’area ad i luoghi di raccolta minimizza i costi di trasporto per i Comuni, un ulteriore e non trascurabile vantaggio di cui gli Enti concedenti beneficiano in una operazione di Project Financing.

L’impianto di trattamento anaerobico ritornerà nella disponibilità degli Enti concedenti alla fine del periodo di esercizio della concessione, e la sua gestione potrà essere eventualmente rimessa a gara nel caso in cui il Comune non abbia interesse a gestirlo direttamente, ma lo voglia affidare a soggetti terzi.

Incentivi e contributi pubblici per gli impianti anaerobici in Project Financing

La presenza di incentivi e contributi pubblici a valere sia sulla costruzione (CAPEX) che sulla gestione (OPEX) dell’impianto migliora ulteriormente il profilo finanziario dell’investimento per l’operatore privato, e, come conseguenza diretta, incrementa i vantaggi economici per gli Enti concedenti, che si vedono ridotta la tariffa di conferimento. I contributi pubblici in conto costruzione possono venire principalmente da finanziamenti regionali o da somme nella disponibilità degli stessi Comuni.

Gli incentivi sono, ad oggi, quelli previsti dal DM 2 Marzo 2018 (DM 2018) che si applicano ai nuovi impianti di produzione di biometano e biocarburanti ottenuti da rifiuti, oltreché residui agricoli e alghe (e a quelli esistenti riconvertiti) e, sotto ben determinate condizioni, anche ad impianti a biogas esistenti riconvertiti totalmente o parzialmente alla produzione di biometano.

Gli incentivi per il biometano saranno erogati dal GSE per un periodo massimo di 10 anni agli impianti che entreranno in esercizio entro il 31 dicembre 2022.

Ulteriori forme di incentivazione potranno essere previste dal Decreto FER-2 di prossima pubblicazione, con riferimento in particolare alla produzione di biogas.

I sussidi ed i contributi pubblici, qualora utilizzati all’interno del Piano finanziario dell’investimento (PEF) in Project Financing, rendono ulteriormente conveniente la soluzione impiantistica integrata che prevede un trattamento anaerobico della frazione organica, seguito da un processo aerobico del digestato unitamente agli sfalci e potature.

La PMF ed il Project financing nel settore ambientale

E’ il caso di ricordare che i vantaggi di una operazione in Project Financing di realizzazione di un impianto anaerobico a servizio dei Comuni non si esauriscono nella convenienza e nella stabilità nel lungo periodo dei prezzi di conferimento del rifiuto. La riduzione drastica dei costi di trasporto, la possibilità di usare il biometano come combustibile per i mezzi della raccolta differenziata, la certezza dell’accoglimento delle quantità conferite, la riduzione del traffico e dell’inquinamento nei territori sono solo alcuni aspetti che dovrebbero far propendere gli Enti Locali verso una scelta di Partenariato Pubblico – Privato.

La PMF, società di ingegneria con notevole esperienza nel settore dei rifiuti e nelle operazioni in Partenariato, promuove progetti di costruzione e gestone di impianti anaerobici su scala comprensoriale sia per conto di Proponenti Privati (in regime di iniziativa privata – Art. 183 comma 15 del D. Lgsl. 50/2016) che di Enti Pubblici (in regime di Project Financing ad iniziativa pubblica, Art. 183 commi 1-14 della stessa Legge). A nostro avviso la convenienza delle parti, sia pubblica che privata, è tale da rendere questa strada non solo praticabile, ma risolutiva.

Maggiori informazioni su www.piemef.com

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